La storia del diciannovenne nuotatore Manuel Bortuzzo la conosciamo tutti. Quella maledetta notte del 2 febbraio si era fermato con un’amica che doveva comprare le sigarette, all’Axa, periferia di Roma, poi l’arrivo di quei balordi che sparano: una pallottola si conficca nella colonna vertebrale, paralizzando le gambe. A Ostia si era trasferito da Treviso a 18 anni per inseguire il sogno olimpico, visto che i suoi tempi sui 400 stile libero erano molto interessanti. Invece quando lascerà la capitale dovrà farlo su una sedia a rotelle.
Alzi la mano chi, in uno stravolgimento tale di vita e prospettiva, non urlerebbe la rabbia nei confronti di un destino così atroce. Per aver subito una violenza assurda e senza nemmeno un appiglio logico. Invece se non conosceste la storia di Manuel, guardando distrattamente il video realizzato in questi giorni dal centro di riabilitazione dove ha cominciato il suo nuovo percorso (dopo due interventi chirurgici subiti al polmone e alla colonna vertebrale), pensereste a una malattia passeggera. Perché il suo sorriso parte dall’anima, il suo entusiasmo per la vita è contagioso. Quella clip in un solo giorno è stata vista da oltre un milione di persone. Uno strumento dirompente di bene in un mondo dove intolleranza e cattiveria vengono urlate in maniera ossessionante.
Manuel non piange, non impreca, non si chiude in se stesso. Ma incoraggia la mamma e si sostiene in una famiglia forte e dignitosa, con il papà che inseguito dalle telecamere non si è mai lasciato andare a frasi scomposte o vendicative. Ecco la sintesi che dà questa lezione. Quando c’è un nucleo familiare forte e lo sport svolge la sua funzione educativa, crescono persone mature, anche se parliamo solo di un 19enne. A Manuel hanno insegnato la grandezza della vita, questo grande dono, e lui sta imparando ad assaporarla per come può. Nessun rimpianto, non guarda indietro, ma il suo sguardo sorridente è rivolto al futuro. E siamo convinti che la sua olimpiade se la prenderà comunque, solo con la forza delle sue braccia. Grazie Manuel, per la lezione di vita che ogni giorno ci impartisci con il tuo dolce sorriso.
Maurizio Nicita