Un giorno di primavera è quello giusto per firmare un protocollo del genere. Lo hanno siglato il Coni e l’Agia (autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza) per diffondere in ambito sportivo la conoscenza dei diritti di cui sono titolari bambini e adolescenti. Nei prossimi mesi i due enti collaboreranno alla realizzazione di una serie di iniziative finalizzate a diffondere la cultura dei diritti, a garantire il diritto allo sport a tutti i minorenni in modo inclusivo, partecipato e accessibile e a promuovere sani stili di vita tra i giovani.
Prevista inoltre l’attivazione di percorsi informativi per tecnici e operatori sportivi delle federazioni – considerato il rilevante ruolo che svolgono nella comunità educante – oltre ad attività di sensibilizzazione sull’importanza dello sport come strumento di integrazione sociale e culturale e di diffusione della cultura della mediazione e della legalità.
Strumento di inclusione
Orgoglioso del protocollo il presidente Giovanni Malagò, mentre Filomena Albano, la Garante, ha sottolineato: “Attraverso lo sport si promuovono non soltanto una crescita sana e un pieno sviluppo della personalità ma anche la capacità di socializzare, il rispetto per l’altro e l’osservanza delle regole. Uno strumento straordinario di inclusione, integrazione ed educazione.
Lo sport può essere un’importante occasione di riscatto sociale e un’opportunità per i ragazzi che vivono situazioni difficili, per combattere rischi di devianza e di emarginazione. Per questo abbiamo ritenuto importante avviare una collaborazione con il Coni finalizzata a garantire la piena attuazione anche in ambito sportivo dei diritti di cui sono titolari le persone di minore età. Tecnici e operatori sportivi, adeguatamente formati, possono rappresentare un punto di riferimento prezioso per i ragazzi, anche per intercettare le difficoltà che vivono i piccoli atleti”.
Aggiungiamo noi delle Pgs, che da decenni agiamo proprio in questo settore, l’augurio che ai protocolli possano seguire i fatti e possa essere incentivato davvero lo sport educativo, quello che non ha come unico valore il risultato, e che fa crescere “onesti cittadini e buoni cristiani”, lo ha detto qualche secolo fa Don Bosco, il Santo più moderno, oltre che il più vicino ai giovani. .
Maurizio Nicita