Quando metti insieme la vocazione sportiva e l’attitudine al volontariato, non devi sorprenderti più di tanto se fioriscono iniziative di valore che coniugano all’agonismo la promozione di valori che bene danno l’idea di cosa possa fare lo sport.
Così a Treviso, provincia abituata ad essere tra le più sportive d’Italia da un lato e tra quelle a maggior vocazione al volontariato dall’altra, nascono storie come quella di Marco Mestriner, 37 anni: un trapianto di rene alle spalle, un futuro in azzurro davanti a sé.
Marco che di professione fa il tecnico progettista, è un atleta polisportivo, perché oltre al nuoto si è dedicato a basket, tennis, pattinaggio, tiro con l’arco, fino all’incontro con il volley grazie ad ANED, l’Associazione Nazionale Trapiantati e Dializzati.
E i risultati non hanno tardato ad arrivare perché ha vinto un oro nel beach volley e un argento nel tennis ai XXIIX Giochi Nazionali Trapiantati e Dializzati, poi si è aggiudicato l’oro nel beach volley con la rappresentativa Nord Est e l’argento nel doppio di tennis; ha partecipato con la nazionale italiana ai “Peai World Transplant Games” vincendo due medaglie di bronzo: una nel volley e una nel basket, dove sedeva in panchina come allenatore.
Quest’anno, proseguendo nel suo impegno quotidiano per far conoscere l’attività che svolge con la sua squadra, ha organizzato con ANED i Giochi Nazionali a Montebelluna, in provincia di Treviso, chiamando a raccolta atleti trapiantati e dializzati da tutta Italia per una tre giorni dedicata allo sport, ma anche alla salute e alla sensibilizzazione sulla donazione degli organi.
La manifestazione si è aperta con un convegno dedicato allo sport come strumento di benessere per la salute per i pazienti trapiantati e dializzati in cui erano presenti specialisti di settore: Alessandro Nanni Costa (past president del Centro Nazionale Trapianti), Patrizio Sarto (Direttore Medicina dello Sport di Treviso), Luisa Murer (Responsabile Nefrologia Pediatrica di A.O. Padova) e Daria Motta (Dirigente Medico SC Nefrologia e Dialisi AULSS 1 Torino).
Per molti dei presenti è stato un momento davvero toccante perché le esperienze dei pazienti in sala si sono intrecciate con le testimonianze dei relatori che hanno portato la loro esperienza, rimarcando con forza che non è più il tempo di fare studi e statistiche, ma è il momento di mettere in pratica l’esercizio fisico come farmaco.
E’ toccato poi agli atleti e alle gare alle quali hanno partecipato anche dei ragazzi del Reparto di Pediatria di Padova e alcune classi delle scuole secondarie di primo grado di Montebelluna. Molte le specialità in cui si sono cimentati: tennis, tennis tavolo, nuoto, volley, petanque, atletica (marcia 5 km maschile e 3 km femminile, 1500 m, 100m) e, per i ragazzi, un mini circuito per provare con varie discipline: minivolley, minigolf, minibasket, bocce e tennis tavolo.
Tra le iniziative anche una dimostrazione pratica di Ftwalking come strumento di benessere per pazienti con nefropatia o trapiantate. Un progetto sperimentale che ha già riscosso successo presso la Nefrologia di Torino.
Bello anche il coinvolgimento della città e di molte realtà del territorio, da quelle istituzionali alle associazioni sportive, Panathlon, gruppo alpini, scuole, Coni, che hanno voluto far sentire la loro attiva presenza in un evento come questo. “La forza e i valori dello sport – ha raccontato Marco – hanno creato relazioni sociali, sensibilizzato le persone e i ragazzi sul mondo del trapianto. Personalmente, dopo un anno di lavoro ho trovato pieno appagamento nel sorriso dei bambini, nella voglia di esserci dei miei compagni atleti, nella piena disponibilità a collaborare di persone che fino poco prima non mi conoscevano.
Antonella Stelitano