Antonio Genovese, Allenatore Oltre Le Barriere

Un incidente stradale, l’impossibilità di rialzarsi sulle proprie gambe, una vita che cambia tragicamente direzione, lo sport che dà la  motivazione di continuare a vivere e lottare, per inseguire anche quel sogno cullato fin da bambino. Ecco qualche flash sulla vita di Antonio Genovese, da qualche tempo finito sotto i riflettori per essere andato oltre la propria disabilità ed allenare una squadra di calcio ad 11 femminile.
Il tragico evento, infatti, costringe Antonio alla sedia a rotelle ma ciò non gli preclude la possibilità di diventare allenatore di calcio a tutti gli effetti. Così, nonostante, un percorso complicato mister Genovese ha centrato il suo obiettivo ed oggi è vice-Allenatore e responsabile tattica della prima squadra dell’Empoli in B femminile.

 

L’AMORE PER IL PALLONE

Il piccolo Antonio giocava a pallone ma, giovanissimo, a causa di un incidente stradale il suo sogno si spezzò. Con tanta forza di volontà decise di mettersi ad allenare a livello amatoriale e dal 1996 al 2006 è stato anche il Talent-Scout per il vivaio dell’Inter. Dopo juniores e terza categoria maschile decise di intraprendere l’avventura del calcio femminile passando dalla D al Settore Giovanile, per collaborare poi in Serie A con la Res Roma. C’è stata anche la possibilità di diventare Head Coach della Nazionale Inglese Femminile Under 15 (poi la scelta è caduta su un altro nome), fino alla chiamata dalla Domina Neapolis in B.

 

 

BARRIERE SUPERATE

Allenare in carrozzina può essere una forte restrizione e non permette di essere un allenatore del tutto “normale”, ma lui è riuscito a far ricredere tutti. Antonio ripete: “Pur abitando a Milano, ed essendo la squadra che alleno in provincia di Napoli, nel weekend faccio il pendolare da nord a sud. Le ragazze sono allenate fisicamente da un altro allenatore, così  che tutti i compiti sono ripartiti”. Genovese, infatti, è tesserato come allenatore e responsabile della prima squadra, in settimana studia l’avversario, poi trasmette tutto al collaboratore che così prepara gli allenamenti in base alle sue indicazioni. Ad ogni partita poi va in panchina e con l’aiuto dell’altro coach gestisce la formazione che allena. In passato, invece, con le altre squadre preparava il tutto stando anche il campo e stabilendo gli allenamenti da sottoporre al gruppo.

LA SUA CRESCITA

La prima esperienza l’ha vissuta a livello amatoriale, e non è stato facile sconfiggere la barriera di pregiudizi tra lui e la squadra da allenare. Tuttavia è riconosciuto dagli addetti ai lavori come un bravo motivatore, doti che gli hanno permesso di farsi strada e prendersi diverse soddisfazioni sul lato professionale ed umano. Guardando al presente, il mister della Domina Neapolis ritiene che: “Nel complesso sta andando più che bene, con continua crescita a livello personale, di squadra, di gruppo, con annessi complimenti degli avversari, che ci sono sempre e risultano graditi”.
L’esperienza umana di Antonio Genovese ci fa capire come anche nelle avversità e nei momenti più bui si può trovare sempre una soluzione e come lo sport, quello sano e vissuto con lo giusto spirito, dia contributi e dei valori unici. La pratica sportiva va oltre le barriere ed i pregiudizi, riesce a creare unione e fa si che tutti coloro che lo praticano, nel loro contesto possano sentirsi parte di un progetto sociale.

Francesco Di Maio