Allarghiamo La Rete Con Lo Sport Inclusivo

SI Questo è un salto di qualità, qualcosa di più grande e stimolante.
Lo Sport Inclusivo, che nello scorso fine settimana in Romagna ha gettato la sua rete di interconnessione per diventare più forte e profondo, diventa un progetto assorbente che ci proietta verso la dimensione più alta dello sport, quella da sempre a noi tanto cara.

 

Sport per tutti è stato spesso uno slogan abusato e per certi versi svuotato del suo significato.

Perché tutti, significa davvero tutti. Senza distinzione di abilità, provenienza, sesso o religione.
Ci Siamo posti un obiettivo ancora più alto, quello dello Sport Inclusivo, con lo scopo di consentire DAVVERO a TUTTI di giocare, muoversi, divertirsi ed integrarsi anche a costo di inventare nuove discipline.

Ugualmente diversi perché unici, è la frase forte che vuole tracciare questo nuovo cammino.
Ecco perché non abbiamo voluto creare un settore dello Sport Inclusivo, perché non vogliamo alzare steccati e paletti o determinare divisioni.
Abbiamo scelto il termine MOVIMENTO perché la nostra vuole essere una esperienza che contamina, che crea rete ed aperta a tutti i soggetti che intendono condividere una visione di sport che pone al centro semplicemente la persona.

Possiamo parlare di salto culturale delle PGS? Come coniugare inclusivo ed educativo?

Credo che la nostra scelta non possa definirsi un vero e proprio salto culturale ma unicamente un porre in rilievo quanto già esistente nelle corde associative.
Del resto possiamo considerare l’oratorio come uno dei primi luoghi di inclusione sociale ove lo sport era strumento di accoglienza.
Forse qualcuno dimentica che quasi 50 anni fa un folle sacerdote salesiano torinese, Don Gino Borgogno, aveva già definito, con grande lungimiranza, lo sport educativo come uno sport che libera perché non rafforza forme di schiavitù e problematiche costruite dalle persone; uno sport che integra ossia supera il settorialismo; uno sport che progetta perché, al di là del gesto tecnico, tende a creare buoni cristiani ed onesti cittadini; uno sport che rigenera perché pervade l’anima degli atleti.

Viene spontaneo allora dire che se non include non è educativo.

 

Avv. Ciro Bisogno