Alcuni atleti Special Olympics appartenenti ai team affiliati a PGS hanno intervistato il nuotatore genovese, fresco di medaglie a Tokyo2020
“Ero un pezzo di ghiaccio, non riuscivo a muovermi, è stato un inizio molto complicato ma poi piano piano ho imparato ad apprezzare questo ambiente”.
Forse non ci si aspetta queste parole da un nuotatore di fama internazionale per descrivere il suo rapporto con la piscina e con la disciplina che lo ha reso famoso in tutto il mondo, ma quando si ha la fortuna di chiacchierare con Francesco Bocciardo la prima cosa da fare è dimenticare gli stereotipi.
Genovese, ventisette anni, Bocciardo sin dal 2012 rappresenta l’Italia ai Giochi Paralimpici. Dopo l’esordio a Londra, edizione in cui aveva gareggiato nei 100m e 400m stile libero e nei 100m dorso S7, sale alla ribalta conquistando una prestigiosa medaglia d’oro a Rio, dominando la gara dei 400m stile libero S6.
A Tokyo la sua terza Olimpiade lo ha incoronato re dei 100m stile libero S5 nonché medaglia d’oro e nuovo detentore del record paralimpico nei 200m stile libero S5.
Scrupoloso in vasca e anche al di fuori, Bocciardo, laureato in Scienze politiche e dell’amministrazione, lavora all’Ufficio Sport della Regione Liguria, mettendo quotidianamente la sua esperienza diretta e le sue capacità professionali per favorire lo sviluppo di attività sportive che siano realmente accessibili a tutti.
Noto per la sua disponibilità e cortesia, così come per il rispetto che sempre dimostra nei confronti degli avversari, ammette che le cose che più lo emozionano prima di una gara sono il brivido della competizione e la possibilità di migliorarsi, di stabilire nuovi record personali. Dopo la vittoria nella gara di esordio di questa edizione, vissuta come la più sofferta perché quella per lui più importante, su cui si avevano maggiori aspettative, ha raccontato che nel momento in cui le braccia cominciavano ad essere doloranti ha pensato a tutti coloro che lo sostengono e credono lui, arrivando a conquistare la medaglia d’oro. Ancora più incredibile il successo nei 100m S5, il giorno seguente, vittoria insperata in cui è riuscito a sfruttare le sue doti di duecentometrista chiudendo la gara davanti a velocisti puri, merito anche del lavoro svolto con il suo tecnico che ha curato in particolare gli ultimi decisivi 20-25m.
Proprio dal Giappone, Bocciardo ha risposto alle domande che hanno preparato per lui alcuni nuotatori Special Olympics appartenenti ai team affiliati a PGS.
Com’è stato l’arrivo a Tokyo? Problemi con il fuso orario?
“Questa volta è andata meglio, ricordo che in occasione dei Giochi Paralimpici di Rio avevo avuto maggiori difficoltà. Per ridurre i fastidi da jet lag ho cercato di stare sveglio durante tutto il viaggio. Non è semplice ma credo sia la cosa migliore perché una volta arrivato sono andato a dormire e mi sono adattato subito bene al fuso”.
Quando si gareggia ad alti livelli, ogni minimo dettaglio può fare la differenza: hai dovuto modificare la sua alimentazione in vista delle gare e come?
“Da sempre sto molto attento a ciò che mangio, non solo prima delle gare ma giorno per giorno. A pranzo carboidrati, frutta e verdura, mentre a cena alterno le proteine in modo da mangiare due volte carne rossa, due carne bianca e due pesce, ma in questo modo posso anche concedermi una volta alla settimana la pizza!”.
Quale domanda speri sempre che ti facciano ma che invece raramente ti viene posta?
“Vorrei che mi chiedessero chi voglio ringraziare, chi ha partecipato al merito di raggiungere questi obiettivi, questi sogni”.
Aurora Yose, Giulia Colombi e Alberto Zavattaro
(con il supporto di Serena Taccetti, Eunike asd)