Ad Avane, frazione di Empoli, impazza da qualche anno la mania per il “CalcioSociale”. Si tratta di una variante dello sport più popolare d’Italia, nata con una sola parola d’ordine: inclusività. Promotore dell’iniziativa è Yuri Stabile, quarantenne educatore professionale che sette anni fa, guardando il programma televisivo Dribbling, ha scoperto che a Roma, nei pressi del famoso complesso del Corviale, il calcio di strada riusciva ad unire gli abitanti senza alcuna distinzione di età, etnia, sesso e quant’altro. Un’idea che Stabile ha deciso di importare anche ad Avane, facendola propria e sviluppandola.
Le Regole
Ma cos’è di preciso il CalcioSociale? Si tratta di un calcio a tutti gli effetti, con alcuni piccoli accorgimenti pensati per rendere il gioco realmente inclusivo per tutti. Si gioca in 7 contro 7 ma se serve si può anche giocare in 7 contro 8 o in altri modi. L’importante è che nessuno stia in panchina, una cosa che nel CalcioSociale non esiste perché tutti devono prendere parte al gioco.
Non ci sono limiti di età: possono giocare tutti, dai 10 ai 90 anni. Allo stesso modo, non ci sono distinzioni di sesso e non si fanno discriminazioni in base alle varie disabilità. «Da noi giocano tutti e non può che essere così – racconta Stabile – Sui nostri campi capita di vedere anche le mamme o i nonni giocare assieme ai propri ragazzi: non esiste davvero alcun genere di discriminazione».
Ogni Lunedì
L’appuntamento con il Calcio Sociale va in onda ogni lunedì pomeriggio ad Avane, su un campo sintetico utilizzato anche dalla polisportiva locale. L’inclusività si nota anche nel momento in cui si formano le squadre. «Ad ogni giocatore assegniamo un coefficiente, da 10 a 90, e poi mischiamo tra loro i più alti e i più bassi – ha spiegato Stabile – In questo modo abbiamo la garanzia di avere squadre eterogenee ed equilibrate. Inoltre, appena una squadra segna tre gol si cambia e si prosegue con altre squadre». Non esiste l’arbitro ma è tutto rimesso alla correttezza delle squadre.
Avane non è l’unico posto in Italia in cui si gioca a CalcioSociale. Dalla sua nascita a Roma, il gioco si è infatti diffuso anche in luoghi come Scampia, Genova, Montevarchi (Toscana), Cagliari e Carsoli (Abruzzo). Ad Avane, in particolare, in questi anni ha attirato diversi ragazzi (almeno una ottantina) e di recente è stato inserito all’interno del progetto Centro Giovani Avane e da questo anno esportato nelle scuole di Empoli.
Il CalcioSociale fa parte della Rete europea Isolf “Innovazione e inclusione sociale”, ed è stato riconosciuto come best practice italiana per lo sport e l’inclusione sociale da parte del Governo Italiano. Una disciplina importante per l’inclusività. Proprio per questo, Yuri Stabile e i suoi ragazzi sono stati invitati dalle Pgs allo “Sport insieme ugualmente diversi” di Rimini. «È stata una bellissima esperienza, perché abbiamo avuto l’opportunità di far conoscere la nostra disciplina nel mondo Pgs – aggiunge Yuri – Un mondo che, come noi, crede nello sport come strumento di unione e partecipazione, al di là della vittoria, che non ci interessa».
Questo è il CalcioSociale, i cui principi «si esprimono attraverso il gioco del calcio inteso come metafora di vita, promuovendo i valori dell’accoglienza, del rispetto delle diversità, della corretta crescita della persona e del sano rapporto con la società, trasformando i campi di calcio in palestre di vita».
Giulio Monga