Da Rimini Si Prepara Un Manifesto Che Diventerà La Nostra Forza

Campi e palazzetti pieni di gioia e vitalità con migliaia di ragazzi coinvolti in discipline dai nomi non sempre conosciuti. Baskin, Sitting volley, Easy volley, Capoeira, Aroundnet, Simply soccer, Rugby inclusivo, Flag football. In ballo non c’erano finali da vincere o qualificazioni da raggiungere, ma diversità da valorizzare. Con ognuno cosciente e orgoglioso della propria diversità, accogliendo e rispettando quella del compagno o avversario di gioco.

“Ugualmente diversi perché unici” è il modo in cui nasce il movimento per lo Sport Inclusivo. E grazie all’entusiasmo e alla forza di Ruggiero Russo e il suo gruppo di lavoro fra Rimini e Cattolica si sono concentrate le esperienze più svariate e forti di questo movimento che ora intende mettersi insieme in cammino, facendo rete. Scambiandosi idee, programmi, linee guida per essere sempre più efficaci e profondi in questa mission, che vede le Pgs in prima linea, come organizzatori e anche per la diffusione di un concetto di sport sempre più aperto e senza alcuna bandiera.

IL CONFRONTO

A Rimini c’erano i ragazzi con la loro grande forza e c’erano anche gli animatori, i tecnici, i dirigenti, gli esperti che attorno a questo progetto stanno preparando un manifesto nel quale poi potersi riconoscere, una stella cometa che illumini un cammino difficile, complesso, ma dai risultati straordinari. E Così Enrico Colzani ha spiegato le direttive guida di Imas (International Mixed Ability Sports) che lavora soprattutto col rugby inclusivo ma non solo. Yuri Stabile ha presentato il Calcio sociale, che a Empoli pratica con ragazzi dai 10 ai 64 coinvolgendolo in un gioco in cui ognuno dà quello che può. E poi c’è Nello Caleja, arbitro internazionale di pallavolo che presto chiuderà la sua esperienza ai massimi livelli per dedicarsi completamente al Sitting volley. E ancora Jerome Dumas, che ha fatto giocare la pallavolo persino fra arabi di diversi riti religiosi, partendo dalla condivisione del cibo.

Perché diversità non significa per forza disabilità, ma può essere anche culturale, religiosa e l’inclusività significa piena accettazione, non sopportazione. Per questo anche l’intervento del professor Alessandro Bortolotti, docente di pedagogia all’Università di Bologna, è stato utile a porsi quesiti importanti in questo mettersi in cammino. Inoltre Melissa Milani, del comitato paralimpico dell’Emilia Romana ha presentato, tra l’altro, l’app SportEr Paralimpico, un servizio attraverso il quale si può cercare l’attività sportiva più prossima alla propria residenza in regione, con le indicazioni sulle discipline e le eventuali barriere presenti nelle strutture.

LE ISTITUZIONI

Oltre al nostro presidente Ciro Bisogno, che ha messo le Pgs al centro e al servizio del progetto, è stato stimolante ascoltare anche le esperienze di alcuni amministratori sicuramente all’avanguardia sul tema. Come Daniele Volpatto, assessore allo sport di Settimo Torinese, il primo comune italiano che abbia deliberato un documento sullo Sport Inclusivo, realizzando anche nuove infrastrutture attraverso i fondi della comunità europea. Giorgio Pruccoli, deputato regionale, ha spiegato come in questi anni sia stata importante la collaborazione con le società sportive per ottimizzare l’uso degli impianti e realizzarne di nuovi che rispondano a ogni domanda in Emilia Romagna. Insomma non una di quelle Convention dalle risposte già confezionate, ma un cammino tracciato da condividere e potenziare.
Tutti insieme si può costruire qualcosa di rivoluzionario a livello educativo
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Maurizio Nicita