Abbiamo preferito aspettare qualche giorno per riuscire a capire meglio l’eredità che ci lascia Diego Armando Maradona, come calciatore oltre che uomo.
Attenuatasi l’onda emotiva che da Buenos Aires a Napoli ha attraversato il mondo intero per la scomparsa del campione, e facendo calare un rispettoso silenzio sul dolore dei familiari, vediamo di focalizzare alcuni aspetti che ci interessano per noi che facciamo sport di base.
La scomparsa di Diego ha suscitato forte commozione in molti di noi, perché tante sono state le emozioni che ci donato con le sue incredibili evoluzioni in campo. In questo è stato un dispensatore di bene e di gioia. Al di là delle debolezze umane e degli errori che non ha mai nascosto, chiedendo anche scusa pubblicamente ai suoi figli per la sua dipendenza dalla cocaina.
Un esempio?
E sorge spontanea una domanda: può essere Maradona additato come esempio? Il primo a rispondere no, in maniera decisa, è stato proprio lui che ha riconosciuto i suoi limiti. Però c’è un aspetto importante che va valorizzato: il più forte calciatore che ci sia mai stato sulla faccia della terra ha sempre ragionato da squadra, a fianco di ogni compagno. Nelle interviste dopo le vittorie più importanti ha sempre usato il “noi” mai l’io, perché era consapevole – per la sua storia personale – che bisogna lavorare duro per raggiungere un obiettivo.
E in una recente intervista che ci ha rilasciato il suo vecchio compagno Ciro Ferrara ha sottolineato: “Con i suoi compagni non si è mai comportato in maniera arrogante. In lui ci sono i valori del gruppo, della condivisione, dell’essere squadra che sono assoluti per lo sport ad ogni livello”.
La popolarità del Pibe de oro, lo ha portato nel tempo a diventare nel linguaggio dei ragazzi una unità di misura (“e chi sei Maradona?!”). Ecco allora che da educatori, sul campo, a qualche nostro atleta un po’ presuntuosetto e accentratore nel gruppo, potremmo ricordare: “Ehi tu, neanche Maradona si sarebbe comportato così!”.
Raccogliamo dunque la lezione di umiltà che ci ha lasciato.
Riposa in pace Diego.
Maurizio Nicita