Su Gianni Asti hanno scritto in molti, tutti più bravi di me – vi consiglio Piero Guerrini su “la Giornata tipo” – cosa aggiungere? Aggiungerei che Gianni era una persona “normale”.
E questa è sempre stata la sua dote più bella, era uno come tutti gli altri dell’oratorio, forse più alto, forse più capace tecnicamente, ma ripeto come tutti gli altri.
Non so se Gianni avesse mai frequentato un corso di Pigiesseologia, o le lezioni delle Psicologhe, o studiato i testi sulle capacità motorie di base, ai sui tempi non si usava ancora, ma per lui era “normale” preoccuparsi di tutti i suoi giocatori, da quelli più dotati fino all’ultimo della squadra.
Il suo modo di non fare preferenze era il più “normale” di tutti, si arrabbiava e urlava dietro a chiunque sbagliasse, forte o debole che fosse. Come dire… anche l’ultimo era trattato rudemente come il primo.
Con lui si poteva scherzare e ridere, ma, come “normale” nelle regole non scritte dell’oratorio, ricordandosi che esiste una gerarchia, i più giovani e i più vecchi, i giocatori e gli allenatori, gli allenatori e i dirigenti, i dirigenti e … Don Gino.
Così come per Gianni era “normale” conoscere le famiglie di tutti i suoi giocatori e allenatori, e li conosceva quando nessuno veniva in palestra accompagnato, anzi se potevamo evitare familiari era meglio, ma appena un genitore lo incontrava capiva come, con i suoi modi e la sua sincerità Gianni si sarebbe per sempre ricordato del loro figlio.
E infine Gianni era capace di passare dal massimo della gioia, allo sconforto e poi di nuovo all’entusiasmo più contagioso, forse proprio per questo ha combattuto e vinto tante battaglie, dalle periferie nebbiose degli oratori di Torino al palcoscenico del basket internazionale, trovando il tempo di costruirsi una bellissima famiglia e sopportare una salute meno gigante di quanto lui sembrasse.
Insomma una grande, fantastica, indimenticabile vita normale.
di Gianni Gallo