Mauro Berruto è uno di noi. Perché è allenatore, inspirational speaker, giornalista, opinionista, insegnante, manager, scrittore, ma è rimasto soprattutto un uomo ben saldo alle sue radici oratoriane e consapevole del suo ruolo di educatore in ogni contesto.
Capolavori è il suo nuovo libro (Addeditore, 208 pagine, 16 euro) che parla di sport e filosofia. Quando discuti di capolavori, il primo pensiero va all’arte: pittura, scultura, architettura, cinema, musica o letteratura, ma difficilmente si pensa allo sport. Invece Mauro, in un percorso fra racconto e autobiografia, ci spinge su ragionamenti che alla fine ci stupiranno, ma ci faranno capire come lo sport di base possa volare alto, come chi va a vincere l’Olimpiade. In queste pagine Diego Armando Maradona palleggia con Michelangelo, Jury Chechi sfida Yves Klein, Muhammad Ali e Kostantinos Kavafis recitano insieme poesie, perché atleti, artisti e poeti fanno parte della stessa squadra: uno spazio in cui ogni individuo può esprimere il proprio talento e costruire il proprio personale capolavoro. Ognuno dando il massimo che può.
LA MEDAGLIA E L’ORATORIO
Nel raccontare la sua giornata da sogno, il 12 agosto del 2012, quando a Londra vinse la medaglia di bronzo olimpica nella pallavolo, quella sempre sognata, Mauro riscopre se stesso nella maniera più profonda. La narrazione di come motivò il gruppo quella mattina, prima di scendere in campo, dà orgoglio e dignità ai tantissimi tecnici che educano ogni giorno con passione dilettantistica e serietà professionale, fra mille difficoltà strutturali e non solo. Quella finale per il bronzo è fissata a un orario, le 9.30 del mattino, in cui biologicamente un pallavolista non riesce a esprimere tutta la propria esplosività, una situazione inallenabile per un tecnico. Leggiamo come la affrontò Berruto: “Su quel pullman in partenza alle 6.30 del mattino, con la colazione nel sacchetto di carta come in una gita scolastica, inizio a realizzare che quello che sto vivendo è molto vicino a ciò che facevo 25 anni prima, quando allenavo in oratorio e dovevo calcolare bene i tempi dei viaggi, trovare la pizzeria giusta in cui mangiare per non arrivare né troppo presto, né troppo tardi. Questo pullman che mi sta portando al teatro dei miei sogni è un luogo che in fondo conosco. La mia carriera, dopo un giro lungo, sta riportandomi al suo inizio”. Ecco, Berruto torna con umiltà alle sue radici, per trovare le parole giuste con i suoi ragazzi, alla ricerca della grande bellezza.
FELICI COMUNQUE
Che cosa hanno i capolavori in comune con medaglie, obiettivi raggiunti, risultati scolastici eccellenti, opere d’arte, architetture mozzafiato, romanzi indimenticabili, canzoni struggenti?
Quelli letterari rispondono a un bisogno, secondo il romanziere latinoamericano Julio Cortazar: trasportano i loro fruitori in territori dai quali sono attratti o incuriositi, ma che non conoscono. Qualcosa che ha a che fare con il desiderio, dunque. Questa definizione può essere applicata nel contesto sportivo?
La risposta è sì. Anzi, nel mondo dello sport è ancor più evidente che la magnitudine di un campione è proporzionale alla sua capacità di far sognare moltitudini di persone.
Capolavori è una mappa per trasformare il potenziale in eccellenza. Un libro per chi sogna di vincere una medaglia, di dipingere un’opera d’arte, oppure, semplicemente, di poter dare il meglio di sé in ogni occasione.
“La mentalità vincente va oltre il numero di trofei che si custodiscono in bacheca, ma passa attraverso quello che William Turner ci ha insegnato con i suoi quadri: siate felici se i vostri avversari sono difficili da battere”.
Maurizio Nicita