Malia E Le Piccole Grandi Donne Di Tokyo2020

Malia e le sue nuove amiche. Piccole storie di grandi donne, che magari non lasceranno il segno sulle Olimpiadi con un record o una medaglia. Ma che ai Giochi sono arrivati con lo spirito giusto, quello dello sportivo che dà il massimo, anche se questo massimo vale solo un’apparizione. Restano però altri messaggi importanti. Quelli di persone capaci di guardare oltre un risultato.

Correre veloci. Oltre il tempo: con la mente e col cuore. Parliamo di velociste, centrometriste. Per alcune di loro l’Olimpiade in pista è durata poco più di 10 secondi. Un soffio. Però avranno comunque lasciato il segno.
Prendete Hadel Aboud viene dalla Libia ed è allenata dal papà Fathy, ha 21 anni e nemmeno un tempo di iscrizione. Per lei esserci è una forma di riscatto, anche se ha visto sfrecciare veloci le sue colleghe. Oppure Kimia Yousufi: è partita dall’Afghanistan, a Rio nel 2016 era la portabandiera del suo Paese, orgogliosa di esserlo, al di là di come e quando arriva sul traguardo. Dall’Afghanistan al Mali, ecco un’altra portabandiera di Rio: Djenebou Dante. Per la gioia di esserci. Invece Maggie Barrie studia informatica in Ohio, i suoi genitori sono partiti dalla Sierra Leone per darle un futuro migliore e nel suo futuro era compreso anche lo sprint. Maggie corre i 100 metri e raccoglie scarpe usate, il meno possibile, da mandare ai giovani atleti nel suo paese d’origine in Africa. E ancora Yasmeen Aldabbagh che sarà la prima delle due donne dell’Arabia Saudita presenti a Tokyo a entrare in azione: studia alla Columbus University. La loro Olimpiade è durata poco in pista: un lampo. Sono le centometriste dello spirito olimpico, di un mondo che si incontra e vuole conoscersi.

 

Per quanto siano andate piano hanno battuto i record di durata minima dei Giochi di Malia Paseka, taekwondo, del Tonga: 44 secondi in pedana. Malia ha 20 anni ed è la prima del suo Paese a partecipare in questa disciplina. Il suo commento dopo l’eliminazione è candido: “Non ho mai sperimentato certi livelli prima. Ho perso ma mi considero una vincitrice per essere qui. Il mio viaggio è appena iniziato”. Hadel, Kimia, Djenebou, Maggie, Yasmeen e tante altre applaudono nella condivisione dello spirito olimpico.

 

Maurizio Nicita