Psicologia: La Gestione Dei Conflitti In Una Squadra

Cosa succede quando si creano conflitti nel campo da gioco e nello spogliatoio?

Negli sport di squadra, spesso, si vengono a creare dissapori tra gli atleti, tra gli allenatori e gli atleti oppure tra lo staff – allenatori – atleti, tra atleti e genitori, tra allenatori e genitori oppure tra gli stessi atleti. Queste interazioni e relazioni se subiscono delle rotture possono cagionare un concreto calo del rendimento.

Il giusto legame nel sistema “allenatore-atleta-squadra” dovrebbe fondarsi e basarsi su di una sana relazione, accettata e condivisa ricca di messaggi verbali, non verbali e di contenuti.

Un’attenzione particolare, negli sport di squadra, è rivolta proprio alle dinamiche di squadra. L’uomo è un essere sociale e fin dagli albori vive ed agisce insieme agli altri individui, unendosi insieme con il fine di raggiungere l’obiettivo che accomuna il gruppo. I gruppi come le squadre non sono statici, ossia si evolvono nel tempo in base alle caratteristiche dei membri che li costituiscono, in base alle esigenze ed in relazione alle circostanze ambientali e situazionali. Proprio in virtù di questi fattori all’interno dei gruppi possono crearsi comportamenti diversi che rompono l’equilibrio psicologico e, in campo sportivo, generano problematiche che inficiano sulla performance del singolo, ma soprattutto, della squadra; è perciò opportuno che venga analizzata la struttura del gruppo, nonché le dinamiche nella sua totalità. In una squadra sportiva analizzare le caratteristiche del singolo senza considerarlo all’interno di un gruppo sportivo, può portare a delle conseguenze riduttive e incomplete sulle sue potenzialità e sui suoi bisogni. Con la Group Dynamics Research and Theory si asserisce come per capire o migliorare il comportamento del singolo individuo è necessario approfondire le conoscenze sul funzionamento e sulla natura del gruppo in cui è inserito. (Cartwrigt e Zander 1968).

In psicologia dello sport il gruppo-squadra è stato oggetto di osservazione e studio, poiché proprio in questo luogo che si sviluppa un percorso di crescita psicologica del singolo ed è proprio attraverso la squadra che si raggiunge un risultato comune. Occorre capire come è strutturata la squadra, quali sono le finalità e come sia possibile raggiungerle. Ciò permette di analizzare almeno due ambiti di studio della psicologia dello sport ossia: l’importanza di essere all’interno di un gruppo sportivo per determinare il raggiungimento del benessere psicofisico e dell’equilibrio interiore dei singoli, l’altro ambito l’analisi della potenza del gruppo nell’esprimere la prestazione sportiva.

Scendendo nel dettaglio possiamo definire una squadra come un gruppo i cui membri sono interdipendenti, hanno un ruolo, sviluppano una identità collettiva, comunicano con un preciso codice e sono orientati al raggiungimento del fine condiviso.

In una squadra devono essere presenti dei ruoli ben definiti così come le regole che la regolano.

Definizione dei ruoli all’interno della squadra: il ruolo è una serie di comportamenti richiesti ufficialmente ed esplicitamente o da comportamenti che ci si aspettano da persone che occupano una certa posizione nel gruppo. In una squadra esistono ruoli formali ed informali. In una squadra di calcio un ruolo formale è, ad esempio, il portiere, i ruoli formali sono dettati dalla natura e dalla struttura dello sport o dall’organizzazione sportiva. I ruoli informali maturano dall’interazione dei membri del gruppo. In psicologia dello sport sono stati individuati, da uno studio condotto da Cope e altri nel 2011, 12 ruoli informali tra cui: colui che incita, colui che intrattiene con battute di spirito, colui che tende a distrarre l’avversario per far spostare il focus dell’attenzione oppure colui che agisce con estremo sforzo per il bene di tutti. A questo punto giova precisare che per una squadra efficace è necessario che i ruoli formali siano ben chiari, non ambigui e ben accettati, al fine di evitare conflitti interni.

Definizione delle norme che regolano la squadra: Le norme possono essere considerate come l’insieme delle regole che indicano a ciascun individuo ed al gruppo come dovrebbero comportarsi in differenti situazioni. Possono essere: più o meno esplicite, più o meno contestualizzate alla disciplina, istituzionali, si possono sviluppare nel tempo di necessità. Secondo le indicazioni fornite da Tuckman con la sua Teoria Lineare abbiamo un dettaglio su come si forma una squadra, si attraversano 4 tappe importanti:

  1. Formazione: Il primo stadio, momento in cui si entra nella relazione attraverso la conoscenza, si svolge un’osservazione alla ricerca di punti di forza ed aree di miglioramento di ogni membro per determinare il ruolo specifico. In questo momento si deve maturare il senso di appartenenza alla squadra, si individuano e si soddisfano i bisogni di sicurezza del singolo.
  2. Conflitto: In maniera quasi naturale, sorgono i primi conflitti dovuti alla difficolta di riconoscere la leadership ed all’identificazione del ruolo assegnato. In questo frangente l’allenatore, supportato dallo psicologo dello sport, gestisce nell’immediato i conflitti utilizzando una comunicazione chiara e oggettiva.
  3. Normativo: In questo specifico momento i conflitti vengono risolti e superati dalla solidarietà, dalla condivisione e dalla cooperazione che nel corso del tempo si è strutturata. In questo momento emerge naturalmente il senso di appartenenza e senso di identità alla squadra, ora gli atleti lavorano per raggiungere l’obiettivo comune. È compito dell’allenatore riconoscere e rinforzare il lavoro della squadra, sottolineando oggettivamente il contributo del singolo.
  4. Prestazione: Tutti i membri della squadra lavorano insieme confluendo tutte le energie e rivolgendole al raggiungimento del successo della squadra. Ora i conflitti sono risolti definitivamente e le relazioni sono stabili.

Una squadra per raggiungere un obiettivo prefissato deve necessariamente raccogliere nei singoli membri spirito di collaborazione e una forte coesione, adattandosi alle esigenze del gruppo e rispettare gli altri. È compito fondamentale dell’allenatore, con il supporto e confronto dello psicologo dello sport, favorire la collaborazione e la coesione.

 

Mirko Proietti
Psicologo