Quello Schiaffo, Oltre Il Clamore Social

L’episodio ha fatto il giro del web, diventando virale. Ma serve andare oltre il clamore di quanto successo domenica 22 a Rieti durante la partita di pallacanestro femminile fra Roseto e Basket Roma, playoff di serie B.

Alla fine del secondo quarto il tecnico romano Luciano Bongiorno, 51 anni, entra in campo per redarguire la play Benedetta Aghilarre, 17 anni, per un errore tecnico-tattico. Atteggiamento molto aggressivo e alla fine del concitato discorso, schiaffo sulla nuca alla ragazza.

RIFLESSIONI NON SENTENZE 

Buffetto, pacca o schiaffo che sia qui non si tratta di mandare al rogo un allenatore. Ma c’è da analizzare più profondamente come vengono allenati i giovani e che rapporto si crea fra gioco, prestazione e risultato da raggiungere ad ogni costo. Troppo spesso e in svariate discipline si assiste ad allenatori che urlano e imprecano rivolti ai propri ragazzini schierati in campo. Ecco, anche senza mettere una mano addosso: quella può essere violenza.

E di sicuro sarà una strada senza sbocco in un percorso educativo. Tutto ciò viene troppo spesso sottovalutato e in questo senso dovrebbero intervenire anche le federazioni, così come noi Pgs da sempre curiamo con particolare attenzione la formazione di alleducatori. Non si può lasciare la crescita di ragazzi ad allenatori magari preparati tecnicamente ma che non hanno un approccio educativo perché mancanti di una base pedagogica, psicologica e sociologica. Lo sport deve crescere ragazzi sani nella mente oltre che nel fisico. E stressarli per una prestazione può creare in loro frustrazioni che rischiano di restare cicatrici a vita nell’animo di una persona.

Qui il problema non è indignarsi pubblicamente per dimostrare che non ci scappa nulla nelle hit dei social, ma cercare un rapporto corretto nello sport che pratichiamo. Magari a coach Luciano più che una squalifica può essere utile un corso di aggiornamento psico-pedagogico. A lui come a tantissimi altri allenatori. E nessuno si senta criminalizzato.

Qui c’è in ballo la crescita dei nostri ragazzi e prepararsi bene è un dovere, non un monito disciplinare.